Aprire una partita Iva per due attività: guida passo passo


La partita IVA è uno strumento fondamentale per chi intraprende un’attività imprenditoriale o professionale in Italia. Questo strumento permette di gestire in maniera corretta e trasparente la propria attività, nonché di adeguarsi alle normative vigenti in materia di imposizione fiscale.
Di seguito esploreremo nel dettaglio come procedere per aprire una partita IVA, le possibilità offerte da questo strumento e le implicazioni di avere più codici ATECO (che in Italia classificano le attività economiche), poiché in realtà il numero di partita IVA sarà lo stesso ma a variare saranno i codici delle attività.

Prima di tutto, infatti, è necessario definire in modo chiaro le due o più attività che si intendono svolgere. Questo è importante non solo per avere una visione chiara del proprio business, ma anche per identificare correttamente i codici corrispondenti alle due attività, fra i migliaia disponibili che si possono trovare sul sito dell’Istat o dell’Agenzia delle Entrate.

È importante scegliere il codice che descrive meglio l’attività che si intende svolgere. Per questa ragione, per quanto si tratti di un’operazione che è possibile effettuare in autonomia, il consiglio è quello di rivolgersi a un commercialista o ad un’associazione di categoria come ad esempio CNA Biella.

In questo articolo, inoltre, affronteremo insieme il tema della partita IVA in relazione al lavoro occasionale, alla collaborazione occasionale e alla fatturazione occasionale, nonché la questione dei contributi INPS e della tassazione del lavoro autonomo: tutti elementi che diventano essenziali nel momento in cui si decide di avviare una nuova forma di impresa o di consulenza.

Apertura partita IVA: come procedere?

L’apertura di una partita IVA rappresenta un passaggio obbligato per chi decide di intraprendere un’attività economica come lavoratore autonomo o aprire un’attività d’impresa. Questo processo può essere affrontato in autonomia o con l’ausilio di un consulente fiscale o un commercialista, che può offrire un supporto prezioso nella gestione delle questioni burocratiche e fiscali.

Pur non essendo particolarmente complicato gestire la fase iniziale di richiesta, il suggerimento è quello di rivolgersi ad un consulente esperto per essere indirizzati in modo corretto ed evitare di commettere errori che potrebbero costare cari in seguito, e non solo in senso figurato.

A seconda che sia un professionista incaricato o lo stesso richiedente a richiedere la partita IVA, la procedura per l’apertura si articola in alcuni semplici passaggi passaggi:

  • modulo AA9/12: questo modulo è il principale strumento per l’apertura della partita IVA. Può essere scaricato dal sito web dell’Agenzia delle Entrate e compilato con tutte le informazioni richieste, incluse le informazioni personali, la natura dell’attività da svolgere e il codice ATECO corrispondente.
  • Questo può essere fatto tramite PEC o consegnandolo direttamente a uno degli uffici dell’Agenzia.
  • Questi codici identificano univocamente il titolare della partita IVA e la sua attività.
  • Questa iscrizione è obbligatoria per i titolari di partita IVA, in quanto permette di versare i contributi previdenziali dovuti.

Quanti lavori si possono fare con la partita IVA?

La partita IVA offre un’ampia gamma di possibilità in termini di attività che si possono svolgere. Non esistono limiti sul numero o sul tipo di lavori che possono essere intrapresi con la partita IVA, a condizione che si rispettino le normative vigenti e si versino le relative imposte e contributi.

Un titolare di partita IVA può svolgere un’attività economica di natura commerciale, artigianale, agricola o professionale.

È possibile, per esempio, aprire un negozio, avviare un’attività di consulenza, lavorare come freelance in vari settori o avviare una produzione artigianale. L’importante è che l’attività sia conforme al codice ATECO indicato al momento dell’apertura della partita IVA.

Inoltre, è possibile svolgere attività occasionali o di collaborazione occasionale. Queste attività, che includono lavori svolti in maniera non continuativa o periodica, possono essere gestite tramite la partita IVA, purché si rispettino le specifiche normative in materia.

In ogni caso, è importante ricordare che il titolare di una partita IVA ha l’obbligo di versare i contributi INPS dovuti e di adeguarsi alla normativa sulla tassazione del lavoro autonomo. Questo implica, tra le altre cose, la necessità di tenere una contabilità accurata e di presentare la dichiarazione dei redditi in maniera corretta.

Chi ha la partita IVA può fare un altro lavoro?

Chi ha la partita IVA può fare un altro lavoro? La risposta a questa domanda è sì, ma è importante considerare alcuni aspetti e obblighi che possono derivare da questa situazione lavorativa.

Innanzitutto, è essenziale chiarire che la partita IVA viene utilizzata per identificare le persone fisiche o giuridiche che svolgono un’attività economica come lavoratori autonomi, professionisti o imprenditori. Avere una partita IVA significa assumersi la responsabilità di gestire la propria attività in termini di tassazione, contributi previdenziali e adempimenti fiscali.

Nel momento in cui il titolare di una partita IVA decide di svolgere un altro lavoro come dipendente, è fondamentale che le due posizioni lavorative siano compatibili tra loro e che non vi siano conflitti di interesse. Ad esempio, il contratto di lavoro subordinato potrebbe prevedere vincoli in termini di orari, esclusività o concorrenza che potrebbero influenzare la gestione dell’attività con partita IVA.

Un altro aspetto essenziale da tenere in considerazione è la tassazione.

I redditi da lavoro dipendente e da attività con partita IVA vengono tassati separatamente, ma vanno sommati per determinare la fascia di reddito e l’aliquota fiscale applicabile al lavoratore. Questo può comportare un aumento dell’aliquota fiscale e, di conseguenza, un impatto significativo sulla tassazione complessiva.

Inoltre, è importante essere consapevoli del fatto che il titolare di una partita IVA è soggetto a diversi obblighi fiscali e contributivi rispetto a un lavoratore dipendente. Questi includono la presentazione della dichiarazione dei redditi, il versamento dell’IVA e dei contributi previdenziali (se in un regime ordinario), nonché la tenuta della contabilità (per quelle attività in cui è richiesto).

Questi adempimenti devono essere gestiti con attenzione e precisione, poiché errori o ritardi possono comportare sanzioni e multe.

Un altro punto da considerare è il fatto che il titolare di una partita IVA deve versare i contributi INPS per la propria previdenza sociale, mentre il lavoratore dipendente ha i contributi versati direttamente dal datore di lavoro: una situazione che può creare una certa complessità nella gestione dei contributi previdenziali, soprattutto se si hanno due posizioni lavorative con regimi contributivi differenti.

Cosa comporta avere due codici ATECO?

Il codice ATECO identifica l’attività economica svolta dal titolare della partita IVA. Avere più di un codice ATECO significa che il titolare svolge più di un’attività economica. Questo può offrire una maggiore flessibilità in termini di opportunità di business, ma può anche comportare una maggiore complessità nella gestione dell’attività e nel calcolo delle tasse.

In caso di possesso di più di un codice, è necessario indicare un codice ATECO principale, che identifica l’attività prevalente svolta dal titolare della partita IVA. Le altre attività, identificate dai codici ATECO secondari, devono essere comunque rilevanti e collegate all’attività principale.

Quanti codici attività posso avere?

Nell’apertura di una partita IVA, è possibile, come spiegato poco sopra, associare al proprio profilo più codici ATECO, che identificano le diverse attività economiche che si intende svolgere.

Non esiste un numero massimo di codici che possono essere registrati, il che significa che un imprenditore o un professionista può svolgere, teoricamente, un numero illimitato di attività diverse. Tuttavia, è importante sottolineare che ogni attività indicata deve essere effettivamente svolta e deve essere in grado di generare un reddito.

Se si sceglie di associare più codici ATECO alla propria partita IVA, è fondamentale gestire correttamente la contabilità e la tassazione per ciascuna attività. Infatti, le diverse attività possono essere soggette a regimi fiscali differenti e potrebbero essere richiesti adempimenti specifici per ciascuna di esse.

Inoltre, è importante considerare che l’indicazione di un codice ATECO non principale non esonera dal pagamento di eventuali contributi INPS dovuti per quell’attività, né dall’obbligo di emettere fatture per le prestazioni svolte.

Mentre è possibile avere più codici ATECO, è fondamentale gestire correttamente la contabilità e la tassazione per ciascuna attività e assicurarsi che le diverse attività siano tutte effettivamente svolte e in grado di generare reddito. Si consiglia sempre di consultare un commercialista o un consulente fiscale per gestire al meglio queste complessità.

Con 2 o più codici Ateco come si calcolano le tasse?

Il calcolo delle tasse per un titolare di partita IVA con due o più codici ATECO può essere complesso, in quanto dipende da diversi fattori tra cui il tipo di attività svolta, il regime fiscale adottato e il reddito generato da ciascuna attività.

Nel caso di più codici ATECO, ciascuna attività è considerata separatamente per il calcolo dell’IVA.

Ciò significa che si dovrà calcolare l’IVA su ciascuna operazione di vendita o di prestazione di servizi legata a un particolare codice ATECO e quindi si dovrà poi sommare l’IVA relativa a tutte le operazioni per ottenere il totale dell’IVA dovuta.

Per quanto riguarda l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), invece, il reddito generato da tutte le attività svolte (quindi associati a tutti i codici ATECO) viene sommato per determinare la base imponibile totale su cui applicare le aliquote IRPEF previste per le varie fasce di reddito.

Se si adotta il regime forfettario, le cose si semplificano: l’imposta dovuta sarà calcolata applicando l’aliquota forfettaria (che può variare a seconda del tipo di attività svolta) al reddito complessivo derivante da tutte le attività.

Per la complessità della gestione fiscale di un’attività con più codici ATECO è sempre consigliato chiedere l’intervento di un professionista, sia esso un commercialista o un consulente fiscale, per una corretta gestione della situazione.

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