calcolo ritenuta d'acconto

Calcolo Ritenuta d’Acconto, tutto quello che devi sapere


Il calcolo della ritenuta d’acconto è fondamentale per stabilire quanto la trattenuta Irpef (o Ires) incida sul compenso di una prestazione. La si può calcolare con facilità, e per comprendere meglio ciò che c’è da sapere sull’argomento, di seguito una pratica guida che ne illustra gli aspetti principali.

Che cosa è la ritenuta d’acconto

Con il termine calcolo ritenuta d’acconto si intende il calcolo della trattenuta Irpef (per i redditi delle persone fisiche) o Ires (per le persone giuridiche e società) che si applica su quanto deve essere percepito da datori di lavoro o da clienti.
Si tratta, in termini pratici, della trattenuta di una parte di compenso che non viene corrisposta ma viene versata da un altro soggetto direttamente all’Erario.
C’è una casistica molto ampia sul tema delle ritenute ma, nel caso generale, la ritenuta d’acconto è pari al 20% del totale e, come detto, viene versata da chi riceve la prestazione. Questo soggetto prende appunto il nome di sostituto d’imposta ed effettuerà il versamento direttamente nelle casse dell’erario.
Il sostituto d’imposta può essere pubblico o privato e, nel caso specifico, si sostituisce al contribuente come soggetto passivo e versa a suo nome la ritenuta d’acconto allo Stato. Tra i principali sostituti di imposta troviamo, a titolo esaustivo: le società e gli enti di qualsiasi tipo, le amministrazioni dello Stato, le società semplici, di fatto e di mandato, le associazioni senza personalità giuridica, costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni ma anche le persone fisiche che esercitano arti e professioni, le imprese agricole e infine il curatore fallimentare e il commissario liquidatore.
Tra le principali tipologie di ritenuta d’acconto, infatti, sono due sono quelle più utilizzate: la ritenuta a titolo di acconto, di cui l’esempio precedente, e la ritenuta  a titolo di imposta.
Come esempio per comprendere il calcolo della ritenuta d’acconto, per una fattura emessa verso un cliente da 1000 euro (che sarà un importo lordo) per una determinata prestazione, se ne riceveranno 800 (importo netto). I restanti 200 euro saranno versati direttamente dal sostituto d’imposta. Quando si effettua la dichiarazione dei redditi, la somma versata dal sostituto rappresenterà un anticipo già versato sul totale delle imposte IRPEF o IRES da pagare in funzione del reddito. Ma vedremo meglio in seguito la formula per il calcolo in due appositi paragrafi.

A chi si applica?

La ritenuta d’acconto si applica a tutti i compensi che si riferiscono a prestazioni di lavoro autonomo, ma anche naturalmente sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti, mentre non si applica per le prestazioni da lavoro autonomo occasionale.
Più in generale si potrebbe dire che la ritenuta si applica alle somme corrisposte a vario titolo per un’ampia gamma di situazioni.

Tra queste rientrano, oltre ai redditi da lavoro dipendente e redditi assimilati già citati: le provvigioni per prestazioni, anche occasionali, i corrispettivi dovuti dal condominio nei confronti dell’appaltatore per prestazioni relative a contratti d’appalto di opere o di servizi. Ma anche gli interessi e altri proventi spettanti ai possessori di obbligazioni, titoli o similari. La ritenuta si applica anche a premi e vincite di vario genere corrisposti dallo Stato e a compensi erogati in favore di sportivi non professionisti da parte di associazioni e società sportive dilettantistiche.

Formula per il calcolo della ritenuta d’acconto (con calcolatrice)

Come si calcola la ritenuta? Analogamente a quanto avviene per il calcolo della partita IVA, per calcolare la ritenuta d’acconto è sufficiente sapere che è generalmente pari ad un aliquota del 20% dell’importo lordo. Se il totale dell’importo della prestazione supera i 77,47 euro è necessario apporre una marca da bollo da 1,81 euro in parcella.

Vediamo un esempio numerico che dettaglia il calcolo da effettuare con l’ausilio di una calcolatrice. La formula calcola ritenuta è piuttosto semplice:

Se dall’importo lordo di una prestazione di 2000 euro si vuole calcolare la ritenuta bisognerà calcolare il 20% di 2000. Si può dunque digitare sulla calcolatrice 0,20 X 2000 = 400. Questo sarà il valore della ritenuta nel lordo complessivo. Il netto di questa prestazione sarà: 2000 – 400 = 1600 euro.

Per calcolare invece la ritenuta d’acconto da applicare ad un importo netto, è necessario effettuare lo scorporo con l’operazione inversa. Su un netto di 2000 euro bisogna calcolare l’importo lordo in questo modo: 2000 / 0,80 = 2500 (compenso lordo). E per conoscere quanto vale la ritenuta d’acconto: 2500 – 2000 = 500 euro (valore netto).

Calcolo ritenuta d’acconto (su excel)

La ritenuta d’acconto può essere calcolata con excel con estrema semplicità.
Si tratta di applicare una percentuale del 20% all’ammontare del compenso totale pattuito e di sottrarlo per ottenere poi il netto da pagare. Questa operazione si può sintetizzare in questo modo: in una casella C5 si inserisce il valore dell’importo pattuito come compenso al quale applicare la ritenuta d’acconto. In una casella diversa di applica la formula: (=+C5*20/100) e si otterrà l’importo che sarà corrisposto.

Come versare la ritenuta d’acconto con f24

La ritenuta d’acconto si versa il 16 del mese successivo al pagamento della prestazione effettuata. A versarla è tenuto il  datore di lavoro. Nel caso in cui il 16 fosse un giorno festivo (compreso il sabato), allora il versamento può essere effettuato il primo giorno lavorativo successivo.
Per effettuare il versamento della ritenuta, il datore di lavoro dovrà utilizzare il modello F24 dell’Agenzia delle Entrate. Per i sostituti d’imposta titolari di Partita Iva il versamento è telematico e in ogni caso va utilizzato il codice tributo 1040.

Non sarà solo sufficiente, tuttavia, effettuare il versamento. Sarà infatti necessario anche procedere alla certificazione della stessa. La certificazione dovrà riportare l’ammontare delle somme corrisposte, l’ammontare delle ritenute, delle detrazioni di imposta e dei contributi previdenziali e assistenziali e altri eventuali dati, quali, per esempio, il contributo professionale.

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